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Consulenza amministrativa, fiscale, tributaria, societaria, commerciale e del lavoro.
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Nella risposta del 22 luglio 2025, n. 192, l’Agenzia delle entrate tratta le modifiche alla disciplina dei fringe benefit per i veicoli aziendali concessi in uso promiscuo ai dipendenti, chiarendone le regole di tassazione e illustrando la disciplina transitoria.
La società istante riferisce di assegnare auto aziendali in uso promiscuo ai propri dipendenti. In alcuni casi, i contratti di assegnazione vengono formalizzati prima della consegna effettiva del veicolo, basandosi sulle informazioni disponibili al momento dell’ordine.
A seguito delle modifiche introdotte dall’articolo 1, comma 48, della Legge di bilancio 2025, che ha cambiato la disciplina di calcolo del fringe benefit per i veicoli aziendali concessi in uso promiscuo ai dipendenti, l’Istante chiede chiarimenti se per la determinazione del fringe benefit debba applicarsi la normativa vigente alla data di stipula del contratto di assegnazione, anche se la consegna effettiva del veicolo avviene successivamente al 1° gennaio 2025. In particolare, l’Istante vuole confermare se la stipula del contratto entro il 31 dicembre 2024 consenta di applicare la normativa precedente, indipendentemente dalla data di consegna. Ed infine se la data di consegna del veicolo sia rilevante solo per determinare il momento di decorrenza dell’applicazione del fringe benefit, senza influenzare la normativa di riferimento.
L’Agenzia delle entrate, basandosi sull’articolo 51, comma 1, del TUIR, ricorda che il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori percepiti nel periodo d’imposta in relazione al rapporto di lavoro, inclusi i beni, servizi e opere (fringe benefit).
Per gli autoveicoli, motocicli e ciclomotori concessi in uso promiscuo, esiste un criterio di determinazione forfetaria del quantum da assoggettare a tassazione, in deroga al generale criterio del “valore normale”.
L’articolo 1, comma 48, della Legge di bilancio 2025, ha sostituito la lettera a) del comma 4 dell’articolo 51 del TUIR, con l’obiettivo di incentivare la transizione ecologica ed energetica. La nuova norma prevede che, per i veicoli di nuova immatricolazione concessi in uso promiscuo con contratti stipulati a decorrere dal 1° gennaio 2025, il fringe benefit si calcola assumendo il 50% dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri. Tale percentuale è ridotta al 10% per i veicoli esclusivamente elettrici e al 20% per i veicoli elettrici ibridi plug-in.
L’Agenzia chiarisce che la concessione del veicolo in uso promiscuo non è un atto unilaterale ma richiede l’accettazione del lavoratore, che si concretizza sia con la sottoscrizione dell’atto di assegnazione sia mediante l’assegnazione (consegna) del bene.
Pertanto, la nuova disciplina è applicabile ai veicoli che, a decorrere dal 1° gennaio 2025, siano immatricolati, oggetto di contratti di concessione in uso promiscuo e consegnati al dipendente.
L’articolo 6, comma 2-bis, del D.L. n. 19/2025, ha introdotto una specifica disciplina transitoria per i veicoli che non rientrano nel regime di cui al comma 48 dell’articolo 1 della Legge di bilancio 2025.
Questa norma prevede che resta ferma l’applicazione della disciplina precedente (vigente al 31 dicembre 2024) per:
Per l’applicazione di questa disciplina transitoria, l’Agenzia chiarisce che rileva la data di consegna del veicolo al dipendente, non solo la stipulazione del contratto. È necessario che, nel periodo tra il 1° luglio 2020 e il 30 giugno 2025, sussistano anche i requisiti di immatricolazione e stipulazione del contratto.
Nel caso prospettato dall’Istante, il contratto di assegnazione è stipulato il 27 dicembre 2024, ma la consegna del veicolo è prevista non prima del 1° luglio 2025.
Poiché la consegna avviene dopo il 30 giugno 2025, la fattispecie non rientra nei casi contemplati dal comma 48-bis (disciplina transitoria).
Inoltre, la nuova disciplina (articolo 51, comma 4, lettera a), come modificata dalla Legge di bilancio 2025) non può trovare applicazione perché, sebbene il contratto sia stipulato nel 2024, gli altri requisiti (immatricolazione e consegna) non si verificano tutti nel 2025 (dato che l’ordine è del 2024).
Di conseguenza, per i veicoli aziendali ordinati e concessi in uso promiscuo con contratti stipulati entro il 31 dicembre 2024, ma assegnati in data successiva al 30 giugno 2025 (come nel caso dell’Istante), si applica il criterio generale di tassazione del fringe benefit basato sul “valore normale”, al netto dell’utilizzo aziendale.
Questo significa che, per questi casi specifici, la valutazione del benefit non segue le regole forfetarie, ma la determinazione in denaro dei valori percepiti avviene applicando le disposizioni relative alla determinazione del valore normale dei beni e dei servizi, limitatamente alla parte riferibile all’uso privato del veicolo.
Stabilito l’importo in base a parametri di redditività e produttività
Lo scorso 17 luglio è stato sottoscritto da Enel Italia S.p.A. e Filctem-Cgil, Flaei e Uiltec l’accordo di rinnovo del premio di risultato, secondo quanto stabilito dal vigente CCNL.
Le Parti hanno definito la determinazione dell’importo effettivamente erogabile pari al 50% dell’ammontare complessivo del premio di risultato da corrispondersi alla generalità del personale, la rimanente altra quota viene erogata in commisurazione al raggiungimento degli obiettivi di produttività del premio di risultato, con una quota non inferiore al 70% del peso complessivo.
Pertanto, gli importi lordi pro-capite per la categoria BSS per il periodo di vigenza 2025-2027 è così distribuito:
– 1.612,00 euro per l’anno 2025 in merito alla redditività 1.420,00 euro per la produttività per un importo complessivo pari a 3.032,00 euro per il 2025;
– 1.659,00 euro per l’anno 2025 in merito alla redditività 1.467,50 euro per la produttività per un importo complessivo pari a 3.127,00 euro per il 2026;
– 1.709,00 euro per l’anno 2027 in merito alla redditività 1.517,50 euro per la produttività per un importo complessivo pari a 3.227,00 euro per il 2027.
Viene, inoltre, specificato che, al fine di potenziare il bilanciamento tra vita privata e lavorativa, è riconosciuta la possibilità per il personale di convertire quote del premio di risultato in una o più giornate intere di permesso aggiuntivo fino a 5 giorni da utilizzare entro il 31 dicembre di ogni anno.
Il provvedimento recepisce l’adozione delle misure di contenimento dei pericoli di questa natura negli ambienti di lavoro (D.M. 9 luglio 2025, n. 95).
Il decreto ministeriale di recepimento del protocollo quadro sulle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro (D.M. n. 95/2025), sottoscritto da diverse organizzazioni sindacali e datoriali, è stato pubblicato nella sezione pubblicità legale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
In sostanza il provvedimento adotta il “Protocollo quadro per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi legate alle emergenze climatiche negli
ambienti di lavoro” (di cui all’Allegato A del decreto medesimo) al fine di garantire l’omogeneità di applicazione delle misure di contenimento dei rischi
lavorativi legati a questa tipologia di emergenze.
In particolare, i datori di lavoro dovranno trasmettere alla sede INPS territorialmente competente gli accordi locali sottoscritti con la parte sindacale in attuazione dell’allegato protocollo, che prevedono l’erogazione di misure di integrazione salariale volte a fronteggiare eccezionali situazioni climatiche.
Più in particolare, viene stabilito che i datori di lavoro fermo restando l’obbligo di dare completa attuazione alla normativa in tema di salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. n. 81/2008), che già fornisce il quadro per la protezione delle lavoratrici e dei lavoratori, si riferiscano agli accordi attuativi del protocollo quadro in commento eventualmente stipulati in sede nazionale di categoria, territoriali o aziendali, per la condivisione delle esigenze di contenimento dei rischi derivanti dalle emergenze climatiche, tra le quali l’esposizione ad alte temperature, nell’ottica di una piena tutela delle condizioni psicofisiche delle lavoratrici e dei lavoratori.
In ambito emergenziale, quale declinato dalla normativa e dalle disposizioni eventualmente adottate dalle autorità, le parti sindacali e datoriali, si impegnano anche ad attivare tavoli contrattuali nazionali settoriali, territoriali o aziendali, volti a declinare le buone prassi e le misure necessarie e condivise per le realtà specifiche dei diversi settori, delle dimensioni aziendali, dei territori e dei processi industriali e lavorativi, che potranno diventare parte integrante dei relativi CCNL vigenti.
Temi d’intervento
I tavoli contrattuali citati potranno intervenire anche su temi come:
– informazione/formazione
– sorveglianza sanitaria
– abbigliamento/indumenti/dpi
– riorganizzazione turni e orari di lavoro.
In relazione all’adozione degli accordi attuativi del Protocollo quadro in sede di categoria, territorio o azienda, potranno essere previsti criteri di premialità per le imprese aderenti, riconosciuti dall’INAIL in relazione agli strumenti di incentivazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro individuati dalla normativa di riferimento, senza che questo comporti incrementi della spesa pubblica.
Aggiornamento e supporto al protocollo
Nell’ambito della verifica dell’applicazione dell’attuazione delle indicazioni previste nel protocollo le parti si incontreranno periodicamente e comunque entro sei mesi dalla sua sottoscrizione.
Peraltro, le parti sottoscrittrici del Protocollo quadro richiedono al Ministero del lavoro e delle politiche sociali di recepirlo formalmente con l’impegno di supportarne l’efficacia adottando tutte le misure necessarie per assicurare ai lavoratori ed alle lavoratrici i necessari interventi di tutela, per supportare il sistema produttivo, in relazione alla necessità di rimodulazione dell’orario di lavoro, nell’orientare i provvedimenti che dovessero condizionarne l’applicazione e per qualificare formalmente le ordinanze, ovvero i protocolli attuativi, come elementi giustificativi per assicurare alle imprese le tutele contro tutte le eventuali responsabilità, come, ad esempio, quelle connesse con il ritardo della consegna dei lavori legato agli eventi climatici estremi.
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Telefono: +39 011 8957124
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Lo Studio Galla nasce a Settimo Torinese nel 1991 dopo che il fondatore Giovanni Galla ha conseguito nel Luglio 1991 l'abilitazione all'esercizio della professione di Consulente del Lavoro con iscrizione presso l'Ordine Provinciale di Torino al numero 1198. Lo Studio si occupa di consulenza del lavoro e di consulenza tributaria offrendo un servizio globale alle aziende cllienti.
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